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“Negli anni in cui ho iniziato, questo lavoro era qualcosa di estremamente statico: bastavano una Hasselblad, 12 scatti per rullino, un cavalletto, ed era fatta. Ogni fotografo aveva il suo stile, e insisteva su quello.

Oggi, tutto sembra diverso. Le strumentazioni si sono evolute e sono arrivati nuovi format, nuovi modi di fare wedding photography: sembrerebbe stimolante, se non fosse per il risvolto della medaglia. Perché il risultato di tutto questo è stata una conseguente, diffusa standardizzazione. Nel settore odierno è tutta una rincorsa al brand del momento e a ciò che fa tendenza, i lavori si omologano e la mia sensazione è che la fotografia e il videomaking si stiano impoverendo. Tutto scade nella routine e nella finzione: sempre lo stesso finto-stile reportage, gli stessi finti abbracci, le stesse finte passeggiate…

Questo capita perché la strada per la ricerca di un proprio approccio personale è molto più difficile. Credo perciò che l’essenza della wedding photography sia la naturalezza delle immagini – la verità è un imperativo dal quale non si può prescindere, no?

E allora per me la direttiva è quella di non influenzare mai gli eventi, mantenendo al tempo stesso la sensibilità di cogliere il momento, raccontarlo, valorizzarlo.

In fondo, la fotografia e il videomaking sono esercizi che arricchiscono l’anima. Presuppongono la conoscenza dell’altro, il suo ascolto, ti fanno immergere in ciò che ti circonda.

Il mio lavoro è un cerchio, che magicamente si chiude alla consegna del nostro lavoro e sta tutto negli occhi increduli dei nostri clienti che, stupiti, ci resteranno sempre immensamente grati.”

Davide Silvestro
Wedding Photographer

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